Arbatax, porto di pescatori

di Eleonora Peddiu

Siamo negli anni ’30, Arbatax conta 264 abitanti ed è formata per lo più da pescatori. Dal racconto

di un turista piemontese, giuntovi con il treno a sera inoltrata a causa di un guasto improvviso, si

scopre che la piccola frazione si presenta come una zona periferica silenziosa e scarsamente

illuminata. Ci sono un bar, una tabaccheria ed un negozio di generi alimentari.

Gli uomini arbataxini – vestiti con camicia bianca e corpetto – lavorano nel porto per il

completamento del molo oppure nella cava di granito lì nei pressi. Le donne invece – vestite con

camicia, gonna di tela rozza ed un grosso fazzoletto sulla testa – vanno a prendere l’acqua dai pozzi

con le brocche, vendono il pesce a Tortolì e scaricano il carbone vegetale dalle navi. In giro per il

porto si trovano spesso diversi uomini intenti a rammendare le reti da pesca; la maggior parte di

loro proviene da Ponza, arrivati con piccole barche a remi. Sono tutti abili pescatori che, insieme ad

alcuni commercianti, popolano il borgo costiero. Alcuni di loro nel ‘44 costituiranno una

cooperativa, la quale a partire dal 1956 gestirà la famosa Peschiera.

Nei primi anni ’60 venne scelto il porto di Arbatax, sia per la sua posizione vantaggiosa sia per la

disponibilità continua d’acqua, come sito di una fabbrica per la produzione della carta; lo

stabilimento chiuse poi i battenti negli anni ’90. Verso la metà degli anni ’70 si insediò nell’area

prospiciente il porto anche l’Intermare Sarda, una società che si occupa tutt’oggi della costruzione

di piattaforme e moduli per l’estrazione del petrolio. Insieme le due realtà industriali hanno favorito

lo sviluppo economico e sociale dell’intera Ogliastra.

Francobollo Arbatax

Serie tematica "Il patrimonio naturale e paesaggistico"

Il 31 Luglio 2017 il Ministero dello Sviluppo Economico ha emesso un francobollo ordinario del valore di € 0,95 dedicato ad Arbatax ed appartenente alla serie tematica "Il patrimonio naturale e paesaggistico". L'inedito filatelico con tiratura di 400.000 copie raffigura il monumento naturale degli Scogli Rossi e vede come bozzettista Isabella Castellana. Il rispettivo annullo speciale è stato realizzato da Filatelia di Poste Italiane ed a commento della emissione è stato pubblicato il corrispondente bollettino illustrativo con articolo a firma di Massimo Cannas, Sindaco di Tortolì.

Il porto di Arbatax e i suoi murales

di Agnieszka Juszczyk

La storia di Arbatax e Tortolì è strettamente legata alla costruzione della Cartiera avvenuta nel

1963. Si tratta di un momento storico che ha segnato una svolta nel processo di sviluppo

economico sociale e culturale, passando ad un’economia di tipo industriale dopo secoli di economia

agropastorale e sfruttamento delle risorse ittiche. Con la Cartiera – essa garantiva sino a 400

tonnellate di carta prodotta al giorno ed impegnava migliaia di lavoratori incluso l’indotto – non si

sviluppò solo l’economia di un intero territorio: nacque infatti una nuova classe sociale, fiorì il

settore dell’edilizia, venne costruito l’aeroporto e sorse un nuovo quartiere residenziale per i cartari

e le loro famiglie.

La Cartiera aveva le proprie navi, la Latinia e l’Arbatax, per esportare i prodotti finiti in tutto il

bacino del Mediterraneo. Il traffico mercantile aumentò notevolmente; a partire da quel momento

nel porto ogliastrino giunsero non solo pescherecci, ma navi mercantili e grandi petroliere per

scaricare le materie prime destinate al processo produttivo. A testimonianza di quel periodo

troviamo i resti dei tanti murales lasciati dai marinai sulle pareti interne dei moli di levante e

ponente. A dare inizio all’usanza di lasciare il segno del proprio passaggio furono i marinai sovietici

– numerose sono infatti le scritte in cirillico – seguiti da coloro che provenivano da tutte le parti del

mondo.

Così, tra le ruvide mura del porto, s’intravedono ancora oggi i colori dei murales ormai sbiaditi dal

sole e dal tempo; c’era chi raffigurava la propria bandiera o stemma, chi disegnava la nave con la

quale era sbarcato o ne scriveva il nome, chi lasciava una dedica per la propria amata lontana.

Queste opere costituiscono una testimonianza visiva della storia di Arbatax e risulta quindi

indispensabile recuperarle. È per questo che l’amministrazione comunale ha da poco avviato un

progetto per il loro ripristino con l’idea di valorizzare e conservare questo patrimonio artistico e

culturale.

Barbara

Storia di una nave

Nato come peschereccio d'altura nei cantieri navali di Senigallia viene poi acquistato dalla Marina Militare per diventare prima nave esperienze (sigla NATO A5315) adibita tra le altre cose al recupero dei missili lanciati durante le esercitazioni di tiro del Poligono Interforze del Salto di Quirra, quindi pattugliatore costiero di supporto alla pesca (sigla P492); in seguito viene acquisito dalla Guardia Costiera per esser adibito a campagne di studio dei fondali (sigla CP452); al giorno d'oggi è invece una nave da diporto. Questa come tante altre sono le storie che si celano sotto la pittura, prima scrostata e ora nuovamente viva, dei murales del porto di Arbatax.

Nave Quarto

Storia di una nave

La nave Quarto venne varata all’Arsenale di Taranto nel 1967 (sigla NATO A5302) e doveva essere la prima di cinque unità da sbarco facenti parte della Classe omonima. Le prove effettuate dimostrarono che la nave non era idonea al compito cui era stata destinata, per cui venne prima usata come nave trasporto (L9881) ed infine riadattata a nave esperienze (A5314) nel 1975. In disarmo dal 1991 venne radiata e demolita nel 1992. A questa nave è legato un aneddoto racconto dagli abitanti del borgo di Arbatax, infatti vi fece tappa negli anni ’70 con a bordo un equipaggio libico durante il periodo di istruzione e ancora oggi li si ricorda nella banchina del porto a pregare Allah.

Video Ufficiale edizione 2017 - Realizzato da Nicola Moi & High Vibes